Il respiro è insieme sottile e potente. (ne abbiamo parlato anche qui). Per capire quanto, basti sapere che, usando appunto il respiro, Krishnamacharya era in grado di fermare il cuore. E non è fantascienza.
Quindi va trattato con rispetto e non sottovalutato, tenendo bene a mente che può portare enormi benefici, come pure creare danni considerevoli: dipende da come lo si usa.
La maggior parte delle persone respira più sul davanti del corpo che sul dietro, il che è dovuto al fatto che siamo più consapevoli della parte anteriore che di quella posteriore.
Per centrare la respirazione, dobbiamo riuscire a respirare allo stesso modo davanti e dietro.
Anche se sulla schiena le costole sono attaccate alla colonna vertebrale, si tratta comunque di due sistemi distinti e diversi, per cui mandare il respiro nella schiena non significa spingere all’indietro la colonna. Dobbiamo “semplicemente” far andare la stessa quantità di aria davanti e dietro, in modo tale da riempire le costole posteriori nello stesso modo in cui riempiamo quelle anteriori, sempre mantenendo la spina dorsale eretta e ferma. Allo stesso modo dobbiamo centrare il respiro lateralmente.
Il Pranayama è l’ambito dello yoga che si occupa in modo specifico del respiro e delle tecniche di respirazione, ma la respirazione è sempre e comunque parte integrante della pratica.
Affronteremo il pranayama in un post successivo.
Per il momento basti dire che nello yoga il respiro:
- precede, accompagna e segue il movimento, aiutandolo;
- favorisce l’apertura e l’allungamento;
- va usato al posto della forza, con risultati assai migliori, tra l’altro;
- pulisce e calma la mente, rendendola più lucida, aperta, pronta, reattiva e centrata;
- scioglie la tensione accumulatasi in un punto o in un altro del corpo, massaggiandolo;
- rallenta il battito cardiaco.
Tutto ciò, una volta imparato, lo si può portare anche in altre attività: ecco il grande valore aggiunto dello yoga.
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Un pensiero riguardo “Motivo 3 – Capire il respiro”