Fermarsi… per andare oltre

Il recupero dei grandi valori dello yoga

Nella letteratura moderna dello yoga, è facile incontrare posizioni che, a primo acchito, riconducono immediatamente al concetto di yoga. È come se fosse una sorta di imprinting, cui non servono spiegazioni per definire ciò che si vuole trasmettere (brand). Basta un’asana, ovvero una posizione (un esempio per tutti è padmasana, o posizione del loto), o anche semplicemente una parola (come meditazione), per condurre colui che vede, legge o ascolta nel mondo yogico. 

In questo modo, cavalcando l’onda mediatica, attraverso quell’immagine o quella parola si possono trasmettere messaggi spesso non consoni e non pertinenti al mondo dello yoga, e ciò per scopi puramente speculativi, ingannando e fuorviando il destinatario di quel messaggio, a scapito dello yoga stesso. 

Di esempi se ne trovano a bizzeffe, oggi. È sufficiente guardarsi un po’ attorno per vedere come lo yoga imperi nella pubblicità, per prodotti che non hanno alcuna attinenza con esso: dall’alimentazione ai giochi delle bambole (Barbie), ecc…  

Tutto per caricare di un significato positivo e sano il prodotto da vendere. 

Now at Target: New Barbie Dolls Focused on Yoga, Wellness & Self Care
Barbie Yoga in un negozio statunitense. Credits: Hip2Save

Una pubblicità ingannevole che affida allo “yoga” le conferme e l’accettazione della bontà di quel prodotto, se non addirittura la sua derivazione.  

Non è facile difendere la grande cultura yogica da tali sfruttamenti, in quanto la potenza del mondo mediatico, oggi più che mai, possiede “armi” (in primis il denaro) capaci di manipolare e di manovrare le menti umane. 

Tutto questo in forte contrapposizione con il messaggio e con lo scopo che lo yoga diffuse fin dalle sue origini, e che continua tuttora a diffondere. 

Non bisogna dimenticare infatti che alle spalle dello yoga moderno, così come lo stiamo vivendo ai nostri giorni, c’è un mondo culturale immenso, dalle origini antichissime (1700/1400 a.C.), che si diffuse in tutto l’Oriente, partendo dall’India e arrivando in Cina. È proprio grazie alla Cina, al lavoro meticoloso di trascrizione e traduzione dei testi in cinese, che possiamo ancora oggi godere dei grandi studi filosofici di quel passato, culla di molte altre culture. 

Purtroppo, nel tempo, e soprattutto una volta raggiunta l’America, dove i testi sono stati tradotti, molte informazioni fondamentali sono andate perse, e ciò principalmente a causa della scarsa conoscenza della lingua. La conseguenza è stata la diffusione di traduzioni spesso niente affatto fedeli al messaggio originario, in parte dettate dall’esigenza di adattare i testi a un mondo profondamente diverso da quello orientale. Così, oggi ci troviamo di fronte ad un qualcosa che con lo Yoga ha davvero poco in comune. 

Movimenti a protezione dello yoga e dei suoi testi antichi stanno nascendo e si stanno attivando soprattutto da quella parte del mondo dove tutto ebbe origine. In India, infatti, è iniziata una vera “guerra” per rivendicare le origini dello yoga, e per riportarlo ai suoi valori originari, a difesa dei suoi fondamenti. Ecco allora che l’11 dicembre 2014 Narendra Modi, primo ministro indiano, a sorpresa ha istituito il Ministero per AAYUSH (Ayurveda, Yoga, Unani, Siddha, Homeopathy). Lo stesso Yoga Day è un’emanazione di questo movimento, voluto proprio per dare ancora più forza e significato alla difesa del mondo yogico più antico. Il 21 giugno di ogni anno, a partire dal 2015, in tutte le piazze del mondo migliaia di persone, munite di tappetino, si radunano per praticare insieme, e per testimoniare le vere origini dello yoga. 

Certo il mondo va avanti e si evolve, ed è giusto che, come la lingua stessa, tutto si arricchisca e si modifichi continuamente. Quando però il divario si fa sempre più grande, a scapito della perdita e dell’appiattimento di informazioni fondamentali (patrimonio riservato solo a pochi eletti), e il vero significato di quella grande cultura che fu viene stravolto, rendendo banale tutto, allora sì che ci si deve fare un esame di coscienza, soprattutto partendo dalle stesse scuole in cui si insegna yoga. 

Ecco che, introducendo corsi di filosofia, di studio dei testi antichi e della lingua sanscrita, nonché di approfondimento della mitologia indiana, da cui si possono trarre messaggi che riportano ai dettami più profondi della filosofia degli antichi (indiani), si possono recuperare valori fondamentali dai quali anche noi discendiamo. 

Non è un tornare indietro, è un recuperare quello che ci appartiene per capire ciò che veramente siamo e dove stiamo andando. Fermarsi… per andare oltre. È questo il compito non facile che le scuole di yoga dovrebbero porsi. 

Paola Polli  

Yoga YAKSHAMADA 

Senior Teacher Jyotim

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